Pound, Make It New, 1934: La critica inglese e americana della generazione precedente alla mia, e l'attività del tutto spregevole e maledetta della burocrazia letteraria al potere (materialmente al potere nelle redazioni, nelle case editrici, ecc.) si sono risolte più che altro nella vacua asserzione che la giraffa non esiste, e magari non solamente la giraffa, ma intere tribù di animali, il puma, la pantera, il ben noto bufalo indiano. Pecore e giovenchi castrati essi ne avevano visti, ma non si poteva permettere che un W. H. Hudson tornasse dalle Ande portando notizia di uccelli che «fin dall'antichità abitavano la terra», né che un Beebe si calasse in acqua con un apparecchio brevettato per tirare fuori dalle profondità marine nuove sorta di pesci. La più grossa di tutte le bestie era l'alce cornuto del Dominion, e così via. Bisognava pure segnare dei limiti al concetto di fauna. E via di questo passo. […] Il naufragio di un vascello nel secolo quindicesimo poteva spiegarsi come un’azione divina, mentre un disastro in una tempesta di uguale gravità, ai nostri giorni, sarebbe dovuto a una grossolana negligenza vuoi nella costruzione, o nella navigazione o nella sorveglianza delle macchine. Vi sono infamie nell’anno XII altrettanto assurde della morte per sete nella città di Londra. C’è un TEMPO per queste cose. È del tutto ovvio che non tutti noi viviamo nello stesso tempo.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.