venerdì 3 luglio 2015

RV I,187,traduzione di Enrica Martinengo


Ora canterò il nutrimento, portatore di forza
Con quel potere il terzo (posto nelle acque)[1] uccise l’oscuratore[2].

O nutrimento soave, nutrimento delizioso, tu sei da noi prescelto
Colui che bramiamo. Sii a noi favorevole.

Vieni verso di noi, nutrimento, propizio, di benefico conforto
Sii nostro amico, senza ostilità, prezioso e senza inganni.

I tuoi sapori, o nutrimento, sono sparsi attraverso l’atmosfera
Come i venti si trovano nel cielo.

O nutrimento, il più gradevole al gusto, questi tuoi doni
se alcuno li tiene soltanto per sé è creatura vile.

In te, o nutrimento, è posta la mente dei grandi dei.
Mirabili le azioni sotto la tua insegna; con il tuo favore fu finito il drago.

Se tu sei giunto fino al monte che risplende
anche da là, o dolce nutrimento, rivolgiti al nostro pasto.

Da acque e piante noi consumiamo la parte che accresce
Per mezzo di ciò, o cibo succulento, aumenta, diventa prospero.

Noi riceviamo te, o liquido di vita[3], ottenuto da latte e orzo
Per mezzo di ciò, o cibo succulento, aumenta, diventa prospero.

O chicchi d’avena e piante, siate pieni (di nutrimento) e fortificanti
Per mezzo di ciò, o cibo succulento, aumenta, diventa prospero.

O nutrimento, da te, come le vacche, con i nostri canti otteniamo
Doni sacrificali, dal tuo pasto con gli dei, dal tuo pasto con noi.


RV I, 187




[1] Trita-Āptya, divinità purificatoria che riconquista la bevanda rituale da offrire agli dei; gr. τριτον .
[2] Il demone Vtra, simbolo della siccità, che sotto forma di drago o serpente (ahi; lat. anguis) ostacola il fluire delle acque celesti, raffigurate come vacche prigioniere.
[3] Soma, succo inebriante bevuto dai sacerdoti durante il sacrificio, estratto dall’omonima pianta (Cannabis sativa o Sarcostema viminalis o Asclepias acida o Ephedra); bevanda degli dei e fonte di immortalità, poi identificata con l’ambrosia.