domenica 19 gennaio 2020

come un uomo che ha incontrato un’immagine



Tutto accade come se lo scrittore - o l'artista - non potesse perseguire la realizzazione del suo lavoro, senza dare a se stesso, per l'oggetto e per l'alibi, la ricerca di qualcos'altro (questo è probabilmente il motivo per cui non esiste arte pura). Per esercitare la sua arte, ha bisogno di una propensione alla fuga dall'arte, una propensione alla quale nasconde ciò che è e ciò che fa: la letteratura è questa dissimulazione. (...) Cosa porta questa parola simbolica allo scrittore? Forse nient'altro che dimenticare il suo fallimento e la pericolosa inclinazione a ingannare se stesso usando un linguaggio misterioso. Se fosse obbligato, a specificare la propria esperienza, a usare un'altra parola, sarebbe piuttosto la semplice parola immagine, perché spesso è per se stesso come un uomo che ha incontrato un'immagine, si sente legato a lei da una strana passione, non ha altra esistenza che stare con lei, un soggiorno che è il suo lavoro.


Maurice Blanchot, Le Livre à venir, Gallimard, 1959